“In volo con papà”

Volo Libero

Articolo apparso sulla rivista "Volo Libero" Dicembre 2019

Il mio nome è Luigi Boggia e ho avuto la fortuna di nascere in Valle d’Aosta tra le montagne più belle d’Europa.

Fin da piccolo mi sono appassionato al volo in ogni sua forma e successivamente ho sviluppato il mio interesse, in particolare, verso il paracadutismo sportivo. Dopo tanti anni di diverse attività, oggi volo con il parapendio biposto che mi consente di trasmettere con gioia e soddisfazione la mia passione a chiunque desideri provare a “sollevarsi” da terra.
In particolare sono certo che il desiderio di ogni padre e madre sia di poter coinvolgere i propri figli nelle attività alle quali noi stessi siamo appassionati e anche se sono consapevole che questo sport sia meno comune di altri posso dire che il nostro sogno si è realizzato prima di quanto potessimo immaginare. Infatti è proprio questa la motivazione che mi spinge a scrivere questo articolo, il fatto di voler raccontare l’avventura del mio piccolo Valerio che si sta appassionando anch’esso al volo e che mi da molte soddisfazioni.
La storia inizia così: Valerio sin da piccolo è stato immerso nel mondo del volo, infatti già all’età di due anni ha avuto la sua prima esperienza come passeggero di un aereo monomotore sulle creste delle montagne della Valle d’Aosta.
La sua passione ha iniziato a svilupparsi dal momento in cui quasi tutti i week end mi aspettava con la mamma in atterraggio dopo i miei voli. Infatti iniziava ad interessarsi sempre di più facendomi molte domande sull’attrezzatura, su come si ripiegasse la vela e a volte parlandomi in radio. La vera svolta Valerio l’ha avuta nel 2018 in occasione della nostra trasferta a Saint Hilaire, località francese che tutti noi “volatili” conosciamo bene come realtà che ospita l’evento numero UNO del volo sportivo alla quale è difficile stare lontani. Proprio in questa occasione Valerio, che aveva quattro anni, è rimasto abbagliato e affascinato da tutto quello che si poteva vedere in volo durante quei tre giorni di permanenza compresi i voli in maschera. Dopo ore non c’era modo di portarlo via dal decollo ed è proprio da li che è iniziato il suo avvicinamento al volo attivo, forse il fatto di vedere una realtà di divertimento e di condivisione tra grandi e piccoli per una stessa passione gli ha permesso di vedere questo sport come qualcosa che potessimo fare assieme.
Rientrando da questa fantastica esperienza Valerio ha chiesto di poter fare un volo in elicottero. Una richiesta che ho accolto immediatamente in quanto in una delle nostre località valdostane a breve ci sarebbe stato un evento che avrebbe permesso di fare dei voli turistici così io e mia moglie abbiamo deciso di accontentarlo e appena conclusa l’esperienza Valerio ha avanzato la sua seconda richiesta, quella di poter fare un volo biposto con me in parapendio.
Devo essere onesto, questa richiesta mi ha spiazzato, avevo già provato a chiedergli di provare ma aveva sempre rifiutato, io molto ottimista avevo già acquistato un imbrago da parapendio per bimbo, la speranza c’era e nel caso mi sarei fatto trovare pronto. Quel giorno fu lui a fare la proposta e quindi volevo nuovamente accontentarlo, mi sentivo davvero molto responsabile ed il giorno successivo ci siamo recati tutti a Torgnon, realtà che si presta bene ai voli in parapendio e che io conosco molto bene. Siamo andati al campetto scuola in compagnia di amici e di allievi che dovevano esercitarsi, unendoci a loro avrei capito se Valerio fosse veramente convinto.
All’arrivo era sorridente, mostrava una tranquillità inaspettata e voglia di salire in cima al “pratone”, io lo ero molto meno ma tenevo tutto ben nascosto, abbiamo fatto a piedi la lunga salita, una volta in decollo gli ho fatto indossare l’imbrago, il casco, i guanti e con l’aiuto dell’amico André siamo decollati per il nostro primo volo. Dopo qualche istante di volo a pochi metri da terra mi sento dire: “Papi hai ragione per aria si sta davvero bene”, molti anni di volo con ogni mezzo non mi hanno dato l’emozione che ho provato nel sentire il mio bimbo di quattro anni pronunciare quella frase mentre eravamo per aria insieme, una situazione incredibile ma era solo l’inizio. In atterraggio grande festa con mamma Masha che nonostante la preoccupazione ha permesso e partecipato all’evento, non è cosa facile per una madre stare lì a terra e vedere il proprio figlio appeso a un parapendio all’età di quattro anni seppure in biposto con il papà.
L’entusiasmo delle grandi imprese raccontate il lunedì ai suoi piccoli compagni che certamente non capivano bene cosa stesse facendo Valerio nei week-end, era ed è ancora bello lo stupore delle maestre, frequenta tutt’ora la scuola materna presso l’Istituto Don Bosco di Aosta dove si distingue un po’, gli altri parlano di calcio e lui di volo.
All’inizio del nuovo anno mi aspettavo di ricominciare i voli con mio figlio, ma non è stato così, la pausa invernale aveva raffreddato l’entusiasmo, così abbiamo ricominciato a “collaborare” in atterraggio per tutta l’estate con ripiegamenti, foto, chiacchierate alla radio, giochi con il suo aquilone modificato per fare i gonfiaggi per imitare gli allievi del corso.
Un bel giorno mi chiese della festa in Francia, S. Hilaire, voleva tornarci. Così prendendo la palla al balzo abbiamo potuto vivere nuovamente tre giorni di full immersion nel volo sportivo e soprattutto vedere quelli mascherati, questa volta durante la manifestazione la sua domanda è stata: “papi perché non facciamo anche noi i costumi e veniamo a volare qui?”
Risposi io: “Va bene possiamo pensarci, prima però dovremo volare parecchio insieme, non solo fare i campetti ma andare più in alto, sei pronto?”
Lui: “Ma potremo vedere anche le aquile da vicino?”
Io: “Se saremo bravi e fortunati le potremo vedere anche da vicino” (da noi in Valle d’Aosta a volte capita qualche incontro.)
Lui: “Ok sono pronto quando torniamo a casa voglio volare in alto con te e dobbiamo decidere quale costume preparare”.
Tuffo al mio cuore ora sarebbe toccato a me sul serio.
Al rientro a casa continuò a fantasticare sul prossimo volo alto e scatta in me la super agitazione, adesso dovevo fare il grande passo. Metto insieme le idee, calcoli dei pesi al decollo, acquisto del nuovo casco per lui e un gilet zavorrato per me, voglio essere tranquillo, ho passato qualche notte insonne a ripassare tutto quanto avrei dovuto fare, io sono sempre molto attento, ho fatto migliaia di voli in decine di anni ma quello che mi aspettava era un evento per me incredibile, nulla andava lasciato al caso, serviva più attenzione del solito, forse visto da fuori sembrerà strano ma credo che un genitore possa capirmi.
Arrivò il fatidico giorno, gli insostituibili amici piloti della Valtournenche sono pronti a collaborare, molti furono i complimenti e gli incoraggiamenti iniziali rivolti a Valerio al ritrovo in atterraggio, tutti pronti salimmo a La Magdeleine, il nostro storico decollo.
Valerio mostrava una calma da veterano, sembrava che non avesse mai fatto altro in vita sua, arrivammo in decollo iniziai i preparativi, credo di aver fatto più controlli io alla mia attrezzatura che la NASA al Saturno 5 prima che partisse per la Luna.
Appena la brezza fu ottimale partimmo, pochi passi di corsa ed eccoci finalmente in volo ma questa volta a 1800 mt., l’aria era davvero fresca ma io stavo sudando come in sauna, i muscoli delle gambe tese e in una volta atterrato ero stanco come se fossi sceso di corsa a piedi giù dalla montagna, lui invece calmo e rilassato, comunichiamo a mamma via radio che siamo in volo, lei lì in atterraggio armata di fotocamera.
Subito dopo il decollo gli passo la video camera come lui desiderava, molto felice e sorridente inizia a esprimere le sue sensazioni in video, il rumore del vento coprirà la voce ma io mi godo in diretta la cronaca.
Chiese poi dove fossero le aquile e perché non venissero vicine, “forse sono ancora a nanna, sarà per la prossima volta” risposi io “, “allora domani torniamo e le aspettiamo” replicò lui con una sicurezza inaspettata.
Arrivati in volo con vista Cervino disse: “da qui è tutto molto bello e sotto sembra il gioco dei LEGO, le persone sembrano formiche” e rideva di gusto.
Una volta giunti sulla verticale dell’atterraggio vedemmo mamma Masha che ci aspettava, in finale la salutammo e ci preparammo a toccare terra.
Valerio: “ papi promettimi che farai un atterraggio da maestro”.
Io: “Ti prometto che lo farò”.
Valerio: “Si lo so che sei capace ti vedo sempre”, ora ero orgoglioso di questo complimento.
Le condizioni erano perfette ed eccoci a pochi metri in alto di fronte a mamma che scattava le foto del nostro primo volo, atterraggio super morbido con il: “bravo papi!” espresso da Valerio gioioso, lei ci corse incontro emozionata, io finalmente lasciai la tensione, arrivai oltre ogni limite di felicità, facemmo scoppiare il tubo dei coriandoli acquistati per festeggiare l’inizio di molte avventure future.
Venimmo circondati da diversi curiosi in atterraggio come spettatori casuali, tutti fecero i complimenti a Valerio che si vedeva essere soddisfatto e felice della sua prima impresa.
Ripiegammo la vela insieme parlando del volo di oggi ma anche del domani e di quelli futuri, del costume che ci piacerebbe preparare per Sant Hilaire 2020, qualche idea è venuta fuori, chissà se riusciremo a realizzare questo progetto, ce la metteremo tutta con passione, è il nostro prossimo grande obiettivo che richiederà molto lavoro e preparazione attenta a ogni dettaglio.
I voli proseguono ora con passione, anche se l’inverno ci costringerà a uno stop forzato, ma siamo certi che la ripresa primaverile questa volta ci sarà, lui chiede di tutto, è molto curioso, attivo e interessato alla materia, sa già molte cose, osserva attento, vuole imparare per arrivare a volare da solo un bel giorno quando sarà più grande.
A Valerio piace ancora di più tutto ciò che sta per aria perché adesso sa cosa significa davvero essere lassù da protagonista, è grande fan delle Frecce Tricolori, non perdiamo mai una manifestazione nelle vicinanze, ne conosce le manovre, ha delle foto insieme a piloti della Pattuglia, conosce e apprezza ogni tipologia di volo, spesso lo vedo che osserva il cielo, la passione è davvero entrata in lui, cammina spesso con il naso all’insù e fa sempre domande in merito.
Non so se la famosa frase di Leonardo da Vinci è stata davvero detta dal Maestro:
“Quando camminerete sulla terra dopo aver volato, guarderete il cielo perché là siete stati e là vorrete tornare.”
Certamente l’uomo quella sensazione la vive e il bambino ancora di più ne sono certo perché capitava anche a me seppur non avessi mai volato prima dei 17 anni.
L’interesse di mio figlio al volo si fa sempre più grande, mi riempie il cuore sapere che un giorno sarà lui a prendere i comandi, che in futuro volerà da solo e presto ancora con il parapendio biposto sempre più da protagonista.
Un particolare ringraziamento va a tutti gli amici di sempre, i piloti della Valtournenche che ci sono stati vicini in questi primi momenti importanti.

 

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Parapendio con personalità

 

 

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